Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Martedì 09 agosto 2005

Adorare Dio in Spirito e Verità.

Dio cerca dei veri adoratori: "Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli". Possiamo perciò dedurre che i veri adoratori sono i Santi. Essi non hanno detto solo parole e preghiere, ma hanno saputo conformare perfettamente la loro vita a Cristo. Hanno affermato il primato assoluto di Dio, hanno praticato in modo eroico le virtù cristiane e con la forza della grazia divina, hanno dato esempio di una fede intrepida. Per questo la chiesa ce li indica come modelli da imitare e ad essi ci affida come potenti intercessori presso il trono di Dio. Con la loro vita hanno lasciato un solco profondo nella storia ed hanno segnato il vero progresso dell'uomo che non è più valutato solo con criteri umani, ma alla luce stessa del Signore. Non sono stati privati di prove di ogni genere, ma hanno combattuto la buona battaglia e hanno conseguito il premio riservato ai servi fedeli e giusti. Ecco perché oggi la liturgia della Parola ci parla di come adorare Dio, come esprimere con la vita la migliore religiosità, come diventare giorno dopo giorno autentici adoratori di Dio. Dobbiamo essere grati ai Santi e far di loro memoria perché il loro "bene" non sia dimenticato da noi e la loro intercessione ci ottenga la grazia di saperli imitare. La nostra Europa sembra invece voglia dimenticare le sue radici cristiane, quasi rinnegare le pagine più belle della storia e rifiutare gli esempi dei suoi figli migliori. È ignoranza, cecità o cos'altro?


LETTURE DEL GIORNO
Diventare come i bambini.
Per entrare nel regni di Dio bisogna farsi piccoli. Bisogna adornarsi della virtù della semplicità e purezza di cuore e di una buona dose di umiltà. Bisogna smettere ogni mania di grandezza da quando lo stesso Dio si è umiliato nella carne ed ha accettato l'ignominia della passione e della morte di croce. Dobbiamo smettere la presunzione da quando la superbia ci ha tradito inducendoci al peccato. Per essere suoi seguaci dobbiamo specchiarci nel nostro Modello. La grandezza agli occhi di Dio e direttamente proporzionata al grado di umiltà che sapremo esprimere. Davvero lassù gli ultimi saranno i primi e i presuntuosi di questo mondo saranno relegati all'ultimo posto. In un clima e in un mondo di sfide e di competizioni, talvolta senza esclusioni di colpi, non è facile convincersi di quanto Gesù ci raccomanda. La paura di essere sopraffatti e sconfitti ci condiziona tremendamente. Non ci piace il ruolo dei perdenti, ci rattristiamo quando veniamo relegati all'ultimo posto. La gerarchia del mondo è esattamente l'opposto di quella di Cristo. Eppure noi cristiani questa strada dobbiamo percorrere con coraggio e fiducia immensa. Ci conforta e ci incoraggia l'esempio di Maria, l'umile ancella del Signore. Colei che può affermare in piena verità che Dio ha guardato l'umiltà della sua serva per cui tutte le generazioni la chiameranno beata. Ci è di sprone l'esempio dei santi, umili a gli occhi degli uomini, davvero grandi agli occhi di Dio.

Apoftegmi - Detti dei Padri

"Un fratello chiese ad abba Arsenio di dirgli una parola. L'anziano gli disse: «Lotta con tutte le tue forze perché la tua attività interiore sia secondo Dio e così vincerai le passioni esteriori».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

L'UMILTÀ

La divina Scrittura, fratelli, ci grida: «Chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato» (Lc 14,11). E con questa affermazione vuol farci capire che ogni esaltazione è una specie di superbia; cosa da cui il profeta dichiara di guardarsi quando dice: «Signore, non si inorgoglisce il mio cuore e non si leva con superbia il mio sguardo; non vado in cerca di cose grandi, superiori alle mie forze» (Sal 130,1). E allora? «Se non nutro sentimenti di umiltà ma esalto il mio cuore, tu mi tratterai come un bambino svezzato dal seno di sua madre» (Sal 130,2 Volg.).


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