Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Domenica 03 luglio 2005

Venite a me!

«Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò». Ci giunge sempre propizio quest'invito del Signore, particolarmente in questo periodo dell'anno in cui sentiamo più urgente il bisogno di ristoro e di refrigerio. La stanchezza, l'oppressione fanno parte dell'esperienza umana, ne evidenziano i limiti e la fragilità, e spesso non bastono i nostri ristori per lenirli. Il Signore sa bene del peso del nostro giogo, egli stesso se ne è fatto carico. Vuole perciò liberarci di quel peso che ci opprimerebbe fino ad ucciderci se restasse sulle nostre spalle. Non ci risulta particolarmente difficile trovare un qualche refrigerio al nostro corpo, è arduo però trovare il vero conforto per l'anima quando è oppressa dal male e appesantito dalle avversità. Per questo il Signore ancora una volta ci chiama a se e ci sollecita ad un incontro personale con lui. Ci instilla per questo pensieri di umiltà e di mitezza, le virtù che egli ha praticato in modo sublime e che a noi consentirebbe di affidarci fiduciosamente a lui. La presunzione umana genera l'accumulo dei pesi sulle nostre fragili spalle fino a sommergerci in una tomba infernale costruita con le nostre mani. Ed ecco la preghiera di Gesù per noi: «Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli». Siamo noi i "piccoli" quando con semplicità di cuore e con sincera umiltà, riconoscendo i nostri limiti, la nostra fragilità, ci affidiamo al Signore nella preghiera assidua e costante, per attingere da lui la forza che non abbiamo. Questa è la via per conoscerlo e amarlo: "nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare". La rivelazione si apre alla nostra migliore comprensione proprio quando facciamo esperienza della bontà di Dio, trovando in lui il vero e completo ristoro. Così il gioco, pesante sulle nostre fragili spalle diventa dolce e il carico delle nostre miserie leggero. "È stato Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione". La vita sacramentaria è quindi la nostra forza: quel "venite a me" lo ascoltiamo con particolare interesse e sollecitudine nel giorno del Signore, quando come singoli e come comunità siamo invitati alla sua mensa.


Preghiera dell'Ordinazione Sacerdotale

Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, artefice della dignità umana, dispensatore di ogni grazia, che fai vivere e sostieni tutte le creature, e le guidi in una continua crescita: assistici con il tuo aiuto.
Per formare il popolo sacerdotale tu hai disposto in esso in diversi ordini, con la potenza dello Spirito Santo, i ministri del Cristo tuo Figlio.

Nell'antica alleanza presero forma e figura i vari uffici istituiti per il servizio liturgico.
A Mosè e ad Aronne, da te prescelti per reggere e santificare il tuo popolo, associasti collaboratori che li seguivano nel grado e nella dignità.

Nel cammino dell'esodo comunicasti a settanta uomini saggi e prudenti lo spirito di Mosè tuo servo, perché egli potesse guidare più agevolmente con il loro aiuto il tuo popolo.

Tu rendesti partecipi i figli di Aronne della pienezza del loro padre, perché non mancasse mai nella tua tenda il servizio sacerdotale previsto dalla legge per l'offerta dei sacrifici, che erano ombra delle realtà future.
Nella pienezza dei tempi, Padre santo, hai mandato nel mondo il tuo Figlio, Gesù, apostolo e pontefice della fede che noi professiamo.

Per opera dello Spirito Santo egli si offrì a te, vittima senza macchia, e rese partecipi della sue missione i suoi Apostoli consacrandoli nella verità. Tu aggregasti ad essi dei collaboratori nel ministero per annunziare e attuare l'opera della salvezza.

Ora, o Signore, vieni in aiuto alla nostra debolezza e donaci questi collaboratori di cui abbiamo bisogno per l'esercizio del sacerdozio apostolico.

(Le seguenti parole sono essenziali:)

Dona, Padre onnipotente, a questo tuo figlio la dignità del presbiterato. Rinnova in lui l'effusione del tuo Spirito di santità; adempia fedelmente, o Signore, il ministero del secondo grado sacerdotale da te ricevuto e con il suo esempio guidi tutti a un'integra condotta di vita.

Sia degno cooperatore dell'ordine episcopale, perché la parola del Vangelo mediante la sue predicazione, con la grazia dello Spirito Santo, fruttifichi nel cuore degli uomini, e raggiunga i confini della terra.

Sia insieme con noi fedele dispensatore dei tuoi misteri, perché il tuo popolo sia rinnovato con il lavacro di rigenerazione e nutrito alla mensa del tuo altare; siano riconciliati i peccatori i malati ricevono sollievo.

Sia unito a noi, o Signore, nell'implorare la tua misericordia per il popolo a lui affidato e per il mondo intero. Così la moltitudine delle genti, riunita in Cristo, diventi il tuo unico popolo, che avrà il compimento nel tuo regno.

Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

Apoftegmi - Detti dei Padri

Disse abba Eulogio: «Non parlatemi dei monaci che non ridono mai. Non sono seri».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

PROLOGO ALLA REGOLA DI SAN BENEDETTO

Innanzitutto chiedi con preghiera insistente che sia lui a portare a compimento ogni opera buona che ti accingi a fare; perché egli, che si è degnato di annoverarci nel numero dei suoi figli, non debba mai rattristarsi per la nostra indegna condotta. Dobbiamo infatti obbedirgli sempre, avvalendoci dei doni che ci ha fatto, in modo che egli non debba un giorno, non soltanto come padre sdegnato privarci dell'eredità dei figli, ma neppure, come padrone tremendo, irritato dalle nostre colpe, consegnarci alla pena eterna, quali servi malvagi che non hanno voluto seguirlo alla gloria.


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