Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Venerdì 01 luglio 2005

Dio è il Signore della storia.

Leggendo la prima lettura, non sempre chiara, neanche ai biblisti più esperti, viene da esclamare: "Il Signore guida la storia!". Il figlio avuto in vecchiaia è ora l'erede della promessa, e siccome non è bene far fare tutto a Dio, Abramo decide di darsi da fare per accasarlo. E poiché "mogli e buoi dei paesi tuoi", il nostro patriarca, ormai troppo avanti negli anni per viaggiare, invia il servo più fidato nel suo paese d'origine. Il matrimonio tra Isacco e Rebecca ha luogo. Tale racconto, che è quasi sicuramente un'inserzione di materiale più tardivo, fa passare in secondo piano il tema della promessa, per spostare l'attenzione su una prospettiva più genuinamente teologica: Dio guida gli eventi. Naturalmente, non si possono sempre fare voli pindarici per collegare prima lettura e Vangelo: anche qui – e come potrebbe essere diversamente - è il Signore che guida gli eventi, ma questa volta non è presente la stirpe nobile di Abramo, ma la meno "pregiata" schiatta dei pubblicani e dei peccatori, che nel Vangelo divengono coloro verso cui si indirizzano le cure di Dio. Beh! Proviamo a metterci nei panni del pio israelita per il quale doveva risultare oltremodo difficile pensare di avere rapporti con quanti potevano lederne la santità o la purità, figuriamoci poi compiere l'azione più sacra quale quella di condividere la medesima mensa! Era davvero troppo, ma Gesù insegna che le differenze tra le persone sono arbitrarie e che a lui si possono avvicinare tutti indistintamente: il messia viene per tutti e non solo per i "giusti" o per coloro che si ritengono tali.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Abba Giovanni il Nano disse: "Chi è più forte del leone" Eppure, spinto dal ventre cade in trappola e tutta la sua forza viene umiliata".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

NON TUTTE LE NORME PER LA PERFEZIONE SONO CONTENUTE IN QUESTA REGOLA

Tu dunque, chiunque tu sia, che ti affretti verso la patria celeste, metti in pratica, con l'aiuto di Cristo, questa minima Regola quale semplice inizio di vita monastica; e allora, con la protezione di Dio, giungerai a quelle cose più alte che abbiamo sopra ricordato: le vette della dottrina e della virtù. A CHI ATTUA QUESTO, SI APRIRÀ IL REGNO DEI CIELI. AMEN.


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