preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
"Ti sentiremo su questo un'altra volta" (Atti, 317, 32). Non sia mai, che anche noi, cristiani stanchi, ci rivolgiamo in questo modo ai servi scelti dal Signore per parlare ai nostri cuori. Lo Spirito di verità che Egli ci ha promesso deve essere accolto come dono inestimabile perché il mistero nel quale siamo immersi, non ci "travolga", non sia così temibile, così insondabile
Certo, se ci allontaniamo dal Signore non possiamo più comprendere il suo linguaggio; se ci allontaniamo dalla fonte di calore, non possiamo lamentarci con nessuno del freddo che paralizza i nostri muscoli. Eppure, paradossalmente, il primo a cui si dà la colpa è proprio Colui che ci ha teso la mano
Fa o Signore che la confidenza nella tua parola cresca fino a trasformarsi in amore puro che ci faccia capaci di tollerare qualunque peso tu voglia mettere sulle nostre spalle e di capire che ciò che diventa davvero insopportabile, non viene da te ma dalla nostra ostinazione a seguire la volontà personale piuttosto che la tua. La grazia abbondante che tu elargisci ai tuoi servi docili e fedeli, saprà supplire alle carenze della nostra umanità che non è mai sollecita come la vorresti tu, nel farsi guidare alla verità.
La forza che ci dai è davvero inesauribile; è una fonte di energia perenne che non può farci temere di rimanere... senza riscaldamento! Donaci la capacità di sfruttarla perché la nostra fragilità si dissolva nella vita nuova alla quale ci chiami.
Dicevano dell'Abba Agatone che si mise per tre anni una pietra in bocca, finché non imparò a tacere.
IL LAVORO MANUALE QUOTIDIANO Soprattutto è necessario incaricare uno o due anziani, i quali facciano il giro del monastero nelle ore in cui i fratelli devono dedicarsi alla lectio divina, per vedere se per caso non ci sia qualche fratello accidioso che si dà all'ozio o alle chiacchiere e non è intento alla lettura; e così non solo è inutile a se stesso ma distrae anche gli altri. Se lo si trovasse - non sia mai! - un tipo così, lo si rimproveri una prima e una seconda volta; se non si corregge, sia sottoposto alla disciplina regolare con tale severità che gli altri ne abbiano timore. Né un fratello si intrattenga con un altro nelle ore non permesse.
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