preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Gesù ama i suoi "sino alla fine", e il segno di questo amore estremo, illimitato, è il dono che egli fa di se stesso. E' la sua vita resa usufruibile per i suoi. Come simbolo di questa sua donazione, comincia con un gesto di profondo amore e umiltà, la lavanda dei piedi, cui segue un breve dialogo; poi fa un discorso ampio ai discepoli, che termina in forma di preghiera rivolta al Padre. Il clima è di forte intimità: sono gli ultimi insegnamenti, raccomandazioni, promesse di Gesù, adesso che la sua "ora" è giunta, la sola che conta per lui, quella verso la quale è orientata tutta la sua vita. E' l'ora della Passione, seguita dalla Risurrezione. E' l'ora stabilita dal Padre e liberamente scelta dal Figlo. L'evangelista Giovanni pone in evidenza la sovrana libertà di questa scelta. Gesù si rivolge ai discepoli lì presenti, ma anche a tutte le comunità cristiane che verranno. Tutta la vita di Gesù è una prova del suo amore, e l'atmosfera dell'ultima cena è pervasa dall'amore più sublime. L'amore spinge Gesù a celebrare l'ultima festa silenziosa e santa, l'amore anima l'umile gesto della lavanda dei piedi, l'amore lo spinge a istituire l'Eucaristia. L'amore è l'unico oratore dell'ultima cena. Egli vuole che sia perenne e per tutti quell'amore e lo affida come un "memoriale" da ripetere per sempre: insieme all'Eucaristia nasce il Sacerdozio cristiano. Oggi più che mai tutti i fedeli sono invitati a pregare per i propri Pastori affinché siano la viva continuazione del messaggio e dell'opera di Cristo.
Un anziano disse: «Giuseppe d'Arimatea prese il Corpo di Gesù e lo mise in una sindone monda e in un sepolcro nuovo, cioè in un uomo nuovo. Che ciascuno abbia gran cura di non peccare per non oltraggiare Dio che abita in lui, e per non scacciarlo dalla sua anima. La manna fu data a Israele per nutrirsi nel deserto, ma al vero Israele è stato dato il Corpo di Cristo».
QUELLI CHE SENZA AUTORIZZAZIONE TRATTANO CON GLI SCOMUNICATI Se un fratello, senza l'autorizzazione dell'abate oserà trattare in qualsiasi modo con il fratello scomunicato o parlare con lui o inviargli un messaggio, incorra nella pena di una eguale scomunica.
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