preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
«Voi avete devastato la vigna; le cose tolte ai poveri sono nelle vostre case. Qual diritto avete di opprimere il mio popolo, di pestare la faccia ai poveri?». Già il profeta Isaia, ai suoi giorni, aveva da muovere rimproveri alle autorità d'Israele. Gesù, con un linguaggio sottile, facendo ricorso ad una parabola, traccia nelle grandi linee, la storia d'Israele evidenziando in particolare le infedeltà dei capi al mandato divino. Avevano tramutato la loro missione di promotori di un patto e di un alleanza universale con il vero ed unico Dio, in una serie di privilegi. L'incuria emerge e la si nota nel tempo del raccolto, quando il padrone chiede i frutti della sua vigna. È allora che esplode tutta la violenza dei vignaioli iniqui. Quando Dio, che ci ha colmato di doni, riponendo in noi la sua fiducia, ci trova poi sterili ed infruttuosi, se non matura il pentimento, esplode in noi soltanto la rabbia e la vendetta contro chiunque viene a scuotere la nostra coscienza. Accadeva al già citato Isaia, che lamentava: "Gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi tentano di togliermi la vita". Gli stessi accenti di lamento e di accusa sono proferiti dal profeta Neemia: "Sono stati disobbedienti, si sono ribellati contro di te, si sono gettati la tua legge dietro le spalle, hanno ucciso i tuoi profeti che li scongiuravano di tornare a te, e ti hanno offeso gravemente". Lo stesso Gesù, ai suoi giorni, non potrà far a meno di apostrofare Gerusalemme, la città simbolo del potere religioso: "Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono inviati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una gallina raccoglie i pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto!". I privilegi divini, i suoi doni, i suoi talenti, sono sempre segni di predilezione, implicano però una responsabilità ed una risposta: debbono produrre frutti e non sono da consumare nell'egoismo o stravolgere per manie di grandezza o per ammantarsi di potere.
La preghiera Lui «sa cosa è bene per noi e ci fa misericordia».
L'UMILTÀ Nel periodo invernale, cioè dal principio di novembre fino a Pasqua, ci si alzi, secondo una valutazione ragionevole, all'ottava ora della notte, in modo da dormire un po' più della metà della notte e levarsi a digestione compiuta. Il tempo poi che rimane dopo le Vigilie, i fratelli che hanno bisogno di imparare qualcosa del salterio o delle letture, lo dedichino a questo. Da Pasqua invece fino al principio di novembre, l'orario venga regolato in modo tale che, dopo l'Ufficio vigiliare, lasciato un brevissimo intervallo in cui i fratelli possano uscire per le necessità naturali, seguano subito le Lodi mattutine che devono celebrarsi alle prime luci dell'alba.
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