Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Mercoledì 19 gennaio 2005

Cristo ci guarisce anche di sabato!

L'ipocrisia e la grettezza dei farisei sono davvero senza limiti: essi si scandalizzano perché i discepoli del Signore, di sabato, hanno carpito alcune spighe di grano per mangiarne i chicchi. Oggi l'episodio si svolge all'interno di una sinagoga, ancora in giorno di sabato, e, in tono di sfida nei confronti del Cristo, essi stanno a guardare se egli oserà guarire un pover uomo con una mano inaridita. Gesù è portatore di vita, ha una visione sapiente e divina del valore delle norme, che debbono regolare i comportamenti umani. Non può venir meno alla sua missione, non possono delle norme esteriori diventare un freno al suo amore. Egli dirà: "Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento". Il compimento della legge è l'amore, amore a Dio e al prossimo. Gesù è indignato per la durezza del loro cuore; accetta quindi la sfida dei suo avversari, vuole distoglierli dalla loro visione gretta e mortificante, vuole rinverdire, con una evidente testimonianza, tutto ciò che in loro è diventato sterile e arido, più arido della mano di quell'uomo. Vuole soprattutto dimostrare, ancora una volta, il suo amore all'uomo e il suo ruolo di redentore e salvatore dell'uomo. Gesù scandisce quindi i suoi ordini: «Mettiti nel mezzo!» e «Stendi la mano!». La stese e la sua mano fu risanata». Neanche l'evidenza del miracolo smuove però, i farisei! Spesso il male ha una durezza ed irremovibilità davvero diabolica, scatena l'odio e la più cieca e abietta avversione: "i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire". Circolano ancora tra di noi, anche tra la così detta "buona gente", alcuni integralisti di vecchio e nuovo stampo, che malati di ipocrisia e affetti da puerile grettezza, vorrebbero trasformare le nostre chiese in caserme e noi fedeli in militanti in divisa: sono molto pericolosi perché si ammantano di zelo e trovano spesso adepti tra i più meschini!


Apoftegmi - Detti dei Padri

Sforzati di entrare nella cella del tesoro che è dentro di te e vedrai quella che è in cielo: l'una e l'altra sono un'unica (cella), e per una sola porta le vedrai entrambe. La scala che conduce al Regno è nascosta dentro di te, nella tua anima. Tu immergiti in te stesso, (lontano) dal peccato, e lì tu troverai i gradini per i quali salire.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

QUALE DEVE ESSERE L'ABATE

Né chiuda gli occhi sui vizi dei trasgressori, ma appena cominciano a nascere li strappi fin dalle radici con tutte le forze, memore della triste fine di Eli, sacerdote di Silo (cf. 1 Sam 2,27-34). E i più docili e disponibili li riprenda a parole, ammonendoli una prima e una seconda volta; ma i malvagi, gli ostinati, i superbi e i disobbedienti li reprima con le battiture o altri castighi corporali sin dal primo apparire del vizio, sapendo che sta scritto: «Lo stolto non si corregge a parole» (Pr 29,19); e ancora: «Percuoti con la verga tuo figlio e lo strapperai dalla morte» (Pr 23,14).


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