preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Ecco un altro piccolo uomo che cerca Gesù! Lo cerca tra la folla, ma la sua statura non gli consentiva di vedere. Deve correre avanti e salire per vedere. Occorre staccarsi da terra ed elevarsi verso l'alto per vedere. Occorre essere disposti a lasciare tutto per seguire Cristo e Zaccheo era ricco! Egli era convinto, come spesso capita, di poter essere lui il protagonista di quella ricerca e di quel desiderato incontro. Capita esattamente il contrario: noi moviamo i prima passi, poi è il Signore che alza lo sguardo verso di noi per darci anche quello che non osiamo sperare: "Gesù alzò lo sguardo". Questo sguardo del Signore ci riconduce ad un altro episodio del Vangelo, quello del giovane ricco che dichiara di aver sempre osservato i comandamenti. Dopo questa dichiarazione l'evangelista ci dice che Gesù "fissatolo lo amò". È proprio vero quando Gesù ci guarda ci ama e opera prodigi per noi. Zaccheo sorpreso da tanta inattesa benevolenza, accoglie con gioia il Signore nella sua casa, lo accoglie come salvatore e redentore. Infatti ci fa ascoltare la sua umile e sincera confessione accompagnata dal proposito di riparare adeguatamente al male fatto: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto». È essenziale e completa la formula assolutoria che Gesù proferisce: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa». Per fugare poi le solite accuse, «È andato ad alloggiare da un peccatore!», ribadisce che «Il Figlio dell'uomo è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto». Questa è la missione che Cristo affiderà poi ai suoi e alla sua chiesa.
Un fratello andò da un eremita e uscendo dalla sua cella disse: Perdonami, o padre, perché ti ho impedito di adempiere alla tua regola. Quello rispose dicendogli: La mia regola è di accoglierti in modo ospitale e di farti andare in pace.
VESTI E CALZATURE DEI FRATELLI Ai fratelli si diano vesti secondo le condizioni e il clima dei luoghi dove risiedono, perché nelle regioni fredde si ha bisogno di più, in quelle calde di meno. Giudicare di questo spetta all'abate. Comunque noi pensiamo che nelle regioni a clima temperato siano sufficienti a ciascun monaco la tunica, la cocolla, una di pelo per l'inverno e una di stoffa liscia o consumata per l'estate e lo scapolare per il lavoro; le calze e le scarpe per i piedi. Quanto poi al colore o alla qualità degli indumenti, i monaci non vi facciano troppo caso, ma si accontentino di ciò che si trova nel territorio dove abitano o di quel che si può acquistare a minor prezzo. L'abate però si preoccupi della misura delle vesti, che non siano troppo corte per chi le deve indossare, ma di taglia giusta.
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