Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Venerdì 27 agosto 2004

Ecco lo Sposo, andategli incontro.

L'immagine dello Sposo ci richiama il banchetto eterno al quale tutti noi siamo chiamati. Con il richiamo alla festa nuziale, Gesù vuol farci pregustare i beni eterni ai quali tutti noi siamo chiamati. Il tema nuziale, nella proiezione delle realtà ultime è presente in molti brani del Vangelo: Oggi con le parabole delle vergini stolte e saggi siamo ancora chiamati alla vigilanza. Due cose colpiscono, in questo brano. La prima l'abbiamo già accennata ed è proprio la finalità della vigilanza che coincide con il fine della vita cristiana che è l'attuare in noi del progetto d'amore di Cristo. La seconda è la differenza tra il comportamento tra le vergini sagge e le stolte. Esteriormente la differenza è piccola; le une recano con sé un piccolo vaso e le altre no, ma corrisponde a due atteggiamenti interiori completamente diversi ed opposte. Chi sa provvedere a sé e si aspetta sempre qualcosa dagli altri. La salvezza per noi, quindi deriva dalla nostra quotidianità che si risolve anche nelle piccole decisioni quotidiani. La vigilanza allora è anche l'attenzione ai piccoli gesti; a quel bicchiere d'acqua fresca che per noi sembra una piccola cosa ma per chi lo riceve può essere un grande dono.


Apoftegmi - Detti dei Padri

«Quando tu desideri conoscere la tua misura, quale tu sei, se la tua anima è sulla strada o ne è fuori; (o desideri conoscere) la tua saldezza o la tua pochezza, metti alla prova la tua anima nella preghiera. Questa è infatti lo specchio dell'anima, e il saggiatore delle sue macchie e della sua bellezza. Lì si rivelano la falsità e le bellezze del pensiero... Nel tempo della preghiera si vede, in modo luminoso, da cosa è mosso o in quali moti si affatica il pensiero».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

QUANTI SALMI DEVONO DIRSI ALL'UFFICIO NOTTURNO

Durante il periodo invernale si dica [prima il versetto: «O Dio, vieni a salvarmi» (Sal 69,2), e poi] per tre volte: «Signore, apri le mie labbra e la mia bocca proclami la tua lode» (Sal 50,17); cui si aggiunga il salmo e il Gloria; 3quindi il salmo 94 con l'antifona oppure cantato lentamente; segua l'inno; poi sei salmi con le antifone. Finiti questi e detto il versetto, l'abate dia la benedizione; allora tutti siedano negli scanni e i fratelli a turno leggano dal codice posto sull'ambone tre letture intercalate dal canto di tre responsori. Due responsori si cantino senza il Gloria, ma dopo la terza lettura il lettore aggiunga il Gloria; e appena intonato, tutti immediatamente si alzino dai loro sedili, in onore e riverenza alla Santa Trinità.


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