preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
È il giorno dopo la moltiplicazione dei pani. La folla si muove su delle barche alla ricerca Gesù. Egli si è sottratto alla loro vista per evitare futili acclamazioni. I prodigi che egli compie non mirano a procurare un successo o ad attirare le folle al suo seguito, ma solo ed unicamente a generare in loro la fede nella sua persona, come Figlio di Dio e inviato del Padre. È lo stesso Gesù a denunciare esplicitamente i motivi impropri che hanno spinto quelle persone a cercarlo: «In verità, in verità vi dico, voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati». Viene messo in discussione alla radice l'orientamento della nostra fede: il Signore ci interpella sul perché cercarlo, su cosa ci dobbiamo attendere da Lui, qual è il modo corretto di rapportarci, su cosa e perché credere. È assai frequente una visione utilitaristica della fede; capita a molti di pensare e credere che cercare Dio, possa significare garantirsi una specie di immunità totale da ogni pericolo e da ogni ostacolo e una garanzia piena di poter vedere appagato ogni nostro desiderio, anche quando questi sono orientati soltanto alle cose terrene e ai beni solo umani. La fede che egli vuole è ben diversa ed è egli stesso ad esplicitarla per noi: «Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell'uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». La prima illuminazione che il Signore vuole darci proviene da una valutazione sapiente dei beni a cui aneliamo: alcuni di essi periscono perché sono legati al tempo e alle necessità immediate della nostra vita: è il cibo che nutre il nostro corpo e lascia invariate le esigenze più profonde dello spirito. Il cibo che non perisce e dura per la vita eterna è essenzialmente la grazia di Dio, la consapevolezza si essere amati da Lui e noi di essere capaci di amarlo e di amare in Lui il nostro prossimo. Tutto ciò scaturisce dalla fede in Cristo, Figlio di Dio, e nel cibo di vita eterna che egli ci ha garantito nella sua eucaristia. Lì troviamo il vero nutrimento che non perisce.
Abba Isaia disse: "La sapienza non consiste nel parlare; la sapienza sta nel sapere in quale momento parlare.
COME DEVONO FARE LA SODDISFAZIONE GLI SCOMUNICATI E allora, se l'abate lo permetterà, sia riammesso in coro al suo posto o a quello che l'abate avrà indicato; ma a patto che non ardisca recitare da solo salmo o lettura o altro nell'oratorio, se non ad un nuovo ordine dell'abate. E a tutte le Ore, mentre sta per terminare l'Opus Dei, si prostri a terra nel posto dove si trova; e così continui a fare la soddisfazione finché l'abate di nuovo non gli comanderà di mettervi fine. Chi invece per colpe leggere è scomunicato solo dalla mensa, faccia la soddisfazione nell'oratorio, prolungandola secondo l'ordine dell'abate, finché egli dia la benedizione e dica: «Basta così!».
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