preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Per sedere in cattedra o salire su un pulpito, per insegnare e predicare, occorre un mandato specifico ed autoritario, occorre essere adorni di vera sapienza e soprattutto essere personalmente impegnati a vivere e testimoniare le verità che si proclamano. Ciò vale sempre, ma assume un'urgenza speciale, se il mandato viene da Dio e la sapienza da trasmettere è un suo messaggio di salvezza. Al tempo di Gesù, come egli stesso afferma: "Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei" Essi insegnano agli altri ciò che loro si guardano bene dal praticare. "Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini". È fin troppo facile dettare leggi agli altri, mostrarsi esigenti e zelanti verso gli inermi ascoltatori, blaterare parole e poi esimersi dalla coerenza e dall'impegno personale. Così si insulta la verità e si vanifica l'annuncio. Si ottiene forse il plauso degli uomini, ma sicuramente non l'approvazione di Dio. Si diventa ladri della sua gloria e a lungo andare, una volta smascherati delle falsità e delle incoerenze, s'incorre nel rifiuto sia della dottrina proposta, sia della persona che l'ha così annunciata. Per questo Gesù forse è costretto a dire ancora oggi come allora alla nostra buona gente: "Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno". L'ammonimento di Cristo riguarda in prima persona noi, ministri della Parola e suoi testimoni per speciale vocazione, ma ogni credente è, e deve essere, un testimone fedele e credibile. Nessuno però è autorizzato al giudizio e alla condanna, ricordiamo il vangelo di ieri. Ricordiamo anche le parole del Signore: "Non toccate i miei consacrati, non maltrattate i miei profeti».
"Chi non sa stare ad solo, si guardi dal cercare la comunione... Ma viceversa è vero anche che chi non si trova in comunione, si guardi dallo star da solo...
QUANTI SALMI DEVONO DIRSI IN QUESTE ORE Abbiamo già disposto l'ordine della salmodia all'Ufficio notturno e alle Lodi mattutine; provvediamo adesso per le altre Ore. A Prima si dicano tre salmi separatamente e non sotto un solo Gloria; l'inno della stessa Ora dopo il versetto O Dio, vieni a salvarmi (Sal 69,2), prima di iniziare i salmi. Finiti i tre salmi, si reciti una lettura, il versetto, il Kyrie eleison e si concluda. A Terza, Sesta e Nona la preghiera si celebri allo stesso modo: cioè il versetto di introduzione, l'inno di ciascuna Ora, i tre salmi, la lettura, il versetto, il Kyrie eleison e si concluda. Se la comunità è abbastanza numerosa, i salmi si cantino con le antifone; se più piccola, tutti di seguito.
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