Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Martedì 02 marzo 2004

Voi dunque pregate così

È frequente sentire persone che affermano di non saper pregare; effettivamente non è facile scoprire le vere dimensioni della preghiera. Per praticarla nel modo migliore si richiedono tante e tali virtù e una tale intensità di amore, per cui è facile dover costatare di esserne, almeno parzialmente, privi. È anche vero però che il modo migliore per imparare a pregare consiste nell'esercitarsi in questa arte con la migliore perseveranza. Gesù ci offre oggi un modello sublime di preghiera, il Padre Nostro. È la preghiera di Gesù che è diventata la nostra preghiera per eccellenza, a cui si ispirano tutte le preghiere, sia quelle della chiesa, sia quelle dei singoli fedeli. Non è fatta di molte parole, non arrivano a trenta, ma ci offre la via diritta per giungere fino al cuore di Dio per riconoscerlo come Padre e smuovere immediatamente il nostro amore filiale verso di lui e verso i nostri fratelli. Indirizza poi le nostre intenzioni agli ideali più sublimi che riguardano la santificazione del nome di Dio, l'avvento del suo regno tra noi e la piena realizzazione del suo volere, con la stessa perfezione con cui è vissuta e realizzata in cielo. Tutto ciò richiede e implica l'affermazione, con tutta la nostra vita, del primato assoluto di Dio, la nostra umile sudditanza, il nostro amore incondizionato per lui. Nella seconda parte rivolgiamo al Padre celeste le nostre richieste, quelle legate alla nostra esistenza terrena e derivanti dalla nostra umana fragilità: chiediamo infatti: "Il nostro pane quotidiano", tutto ciò che ci occorre per vivere dignitosamente, affidandoci poi alla sua misericordiosa bontà imploriamo: "Rimetti a noi i nostri debiti" e di conseguenza ci assumiamo doverosamente le nostre responsabilità e il nostro personale impegno a usare a nostra volta misericordia verso il nostro prossimo: "come noi li rimettiamo ai nostri debitori". Consapevoli poi, per quotidiana esperienza delle insidie del male e delle trame del maligno, chiediamo a Dio che ci liberi e non permetta che cediamo alla tentazione. Dalla preghiera di Gesù emerge anche un'altra bella realtà: la preghiera quando è vera, quando e modellata su quella si Cristo, ci offre, tra l'altro, il miglior programma di vita da realizzare in noi.


Apoftegmi - Detti dei Padri

«Abba Giovanni ha detto: "Se Mosè non fosse entrato nelle tenebre, non avrebbe visto il Signore. Intendiamo con le tenebre la cella del monaco. Se tu resterai nella tua cella, tu vedrai tutte le meraviglie del Signore"».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

COME CELEBRARE LE VIGILIE NOTTURNE NELLE DOMENICHE

Dopo il quarto responsorio l'abate intoni l'inno Te Deum laudamus; terminato il quale l'abate faccia la lettura del vangelo, mentre tutti stanno in piedi con onore e riverenza. Al termine tutti rispondano Amen e l'abate aggiunga subito l'inno Te decet laus e, data la benedizione, comincino le Lodi mattutine. Questo schema delle Vigilie domenicali lo si mantenga invariato in tutte le stagioni, sia d'estate che d'inverno; eccetto il caso - non sia mai! - che si alzino in ritardo e allora bisognerà abbreviare qualcosa delle letture e dei responsori. Ma si abbia la massima cura che ciò non accada; se però dovesse succedere, il responsabile di tale negligenza ne faccia adeguata penitenza davanti a Dio nell'oratorio.


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