Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Martedì 10 febbraio 2004

Quando la tradizione mortifica la verità.

Ancora una volta scribi e farisei, in veste di critici osservatori del Cristo e dei suoi discepoli, si riuniscono intorno a Gesù. Essi non sono guidati dal desiderio di ascoltare la Parola di verità che esce dalla sua bocca, come facevano folle numerose con docilità ed attenzione, ma cercano ogni volta, con meschina scaltrezza, di coglierlo in fallo per poi poterlo accusare. Sicuramente è la gelosia a smuoverli: le persone umili e semplici rimangono affascinate da quanto Gesù va annunciando, sono piene di meraviglia per le opere prodigiose che egli compie, la sua fama si sta diffondendo ovunque. La loro autorità invece viene messa fortemente in crisi, si sentono accusati di ipocrisia ed essi, che impongono pesi insopportabili agli altri, ma che loro neanche osano toccare con un dito, non tollerano l'invadenza del Cristo. Ecco i motivi delle loro trame e dei loro cavilli giuridici con cui tentano di screditare il Signore. Si preoccupano del fatto che i suoi discepoli non si attengano alle prescrizioni della legge e violano così la tradizione non lavandosi le mani prima di prendere cibo. L'accusa si ritorce contro di loro, perché in nome della tradizione hanno fissato la loro attenzione ad atti esteriori e non essenziali ai fini di una autentica religiosità, trascurando invece l'osservanza di precetti divini di primaria importanza: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto - dice loro il Signore -: "Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». Viene così definito chiaramente il peccato degli scribi e dei farisei: le tradizioni proposte dagli uomini prevalgono sui comandamenti scanditi da Dio. Può accadere anche ai nostri giorni. Il fariseismo trova ancora proseliti specialmente tra coloro che concepiscono la religiosità come folklore e cercano se stessi manipolando la parola di Dio.


Nell'Ordine benedettino:
Festa di santa Scolastica, sorella di san Benedetto

Letture proprie: Os 2,14-15.19-20; Ps.44; Lc 10,38-42

La parte migliore.

L'episodio che oggi ci propone la liturgia si addice mirabilmente alla Santa che celebriamo. Maria siede ai piedi del Signore in devoto ascolto della sua parola, mentre la sorella Marta è tutta intenta alle faccende domestiche. Molto probabilmente sta preparando quanto occorre per dare la migliore accoglienza all'Illustre ospite e ai suoi apostoli. Si lamenta però con il Signore: «Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma Gesù le rispose: «Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta». Santa Scolastica, sorella di S. Benedetto, una volta all'anno riceveva visita dal suo fratello. Come ci narra S. Gregorio Magno nei suoi famosi Dialoghi, Scolastica ha una interiore percezione; sente che quell'incontro sarà l'ultimo della loro vita terrena. Implora quindi dal fratello che rimanga ancora con lei per intrattenersi in conversazione sulle cose di Dio. Benedetto però, ligio alla Regola che egli stesso aveva stilato per i suoi monaci, declina l'invito della sorella perché deve rientrare in monastero prima che faccia buio. La sorella non si da per vinta; s'immerge in una fervente preghiera e subito si scatena un violento temporale che non consente a Benedetto neanche di mettere il naso fuori la porta. Rimangono così in intimo colloquio per tutta la notte. Anche lei si è scelta la parte migliore! Parlare ed ascoltare i pensieri di Dio, la sua parola è delizia del cuore per i Santi, è luce alla loro esistenza e nulla ritengono più caro. Che lezione per noi facilmente distratti e bombardati da chiacchiere e rumori! Per conformarsi alla santissima volontà di Dio occorre conoscerla, amarla e metterla in pratica. Troppe Bibbie, anche di pregio, rimangono inutilizzate negli scaffali e nelle librerie, eppure quanto ci sarebbe utile cercare r vivere quelle verità eterne ed inconfutabili.

Apoftegmi - Detti dei Padri

Tutto deve essere «compiuto nei tempi adatti e nelle misure opportune; ciò che è immoderato e inopportuno, è di breve durata, e le cose di breve durata sono più che altro nocive e non giovevoli».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

L'UMILTÀ

La scala poi innalzata è la nostra vita su questa terra: mediante l'umiltà del cuore essa viene dal Signore elevata verso il cielo; e i montanti di questa scala diciamo che sono il nostro corpo e la nostra anima: tra questi lati la chiamata di Dio ha inserito diversi gradini di umiltà e di disciplina spirituale da salire.


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