Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Giovedì 05 febbraio 2004

Sgombri da pesi per andare …

La missione di Cristo non potrà finire con la sua ascensione al cielo. Egli ha già scelto dodici uomini, gli apostoli, ai quali affidare prima un ruolo di diretta collaborazione e poi una vera e propria missione da espletare in tutto il mondo. Il compito primario sarà per loro quello di scacciare, dovunque si annidi, lo spirito immondo, tutte quelle immondezze cioè, che hanno invaso i cuori degli uomini e che non consentono più a Dio di entrare per costituirvi il suo regno di amore. Li manda a due a due "E ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il viaggio: né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa; ma, calzati solo i sandali, non indossassero due tuniche". È una caratteristica essenziale dell'inviato da Cristo non affidarsi per nulla alle proprie risorse o alle umane sicurezze, che dovrà trarre invece solo ed esclusivamente da Colui che lo invia e dalla forza del messaggio che ha da annunciare. Tutto il resto diventa pesante e d'ingombro quando si è guidati da Dio, quando si è chiamati ad andare oltre i confini delle umane attese, quando gli interessi prevalenti riguardano non l'affermazione di un proprio prestigio, ma la diffusione del regno di Dio. Il missionario, l'apostolo non è un immigrato o un giramondo in cerca di fortuna, ma una portatore, in nome di Cristo, di un messaggio di salvezza. Non deve però attendersi né accoglienza e tanto meno successo personale, anzi, benché dotato di poteri speciali dallo stesso Cristo, dovrà mettere in conto rifiuti, allontanamenti e persecuzioni. Il mondo per questo lo riterrà uno sconfitto, Gesù però dirà: "Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia". Che lezione per noi sacerdoti e consacrati, ma anche che utili indicazioni per ogni credente che vuole essere anche un testimone.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Terribile solitudine di Antonio

Dove eri? Perché non sei apparso fin dall'inizio per porre fine alle mie sofferenze?'. E la voce gli rispose: 'Antonio ero là ma aspettavo per vederti combattere.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

L'OBBEDIENZA DEI DISCEPOLI

Ma questa stessa obbedienza sarà accetta a Dio e gradita agli uomini solo quando si esegue il comando senza esitazione, senza lentezza, senza svogliatezza, senza mormorare e senza opporre un rifiuto; 1erché l'obbedienza che si presta ai superiori, si presta a Dio; egli infatti ha detto: «Chi ascolta voi, ascolta me» (Lc 10,16). E bisogna che i discepoli lo facciano di buon animo, perché Dio ama chi dona con gioia (2 Cor 9,7). Se infatti il discepolo obbedisce malvolentieri, se si mette a mormorare, non dico con la bocca ma anche soltanto nel suo cuore, ancorché eseguisca il comando, la sua obbedienza non sarà gradita a Dio, il quale vede il cuore di lui che mormora; e quindi per tale azione non ottiene alcun merito, anzi incorre nel castigo dei mormoratori se non si corregge facendone penitenza.


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