Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Giovedì 25 settembre 2003

E cercava di vederlo

Gesù non passa mai inosservato. Il suo operare colpisce le persone. Molti ne rimangono stupiti, stupefatti. Un sentimento comune è proprio la meraviglia per quello che sta avvenendo. Questo sentimento è determinato dalla figura di Gesù che non rimane indifferente; ma nel cuore delle persone può suscitare diversi tipi di stupore. Nei cuori duri è la paura che determina questo sentimento. Così come leggiamo oggi per Erode Tetrarca che cerca di vedere Gesù perché ne prova paura; si sente minacciato dalla sua potenza divina. Non cerca di penetrare veramente nel Mistero d'Amore che Gesù annuncia con la sua opera. Questo atteggiamento, dettato dalla paura richiama l'episodio che ha coinvolto il padre di Erode Tetrarca: Erode il Grande, all'epoca della nascita di Gesù. Nel Vangelo di San Matteo leggiamo lo stesso timore dovuto, ancora al desiderio ed alla bramosia di quel potere terreno che sembra essere messo in pericolo. Non deve essere il nostro atteggiamento davanti a Gesù. Seguiamo i re Magi, anche loro potenti nei loro regni terreni. Lasciano, però tutto, seguono una stella e si pongono in adorazione silenziosa davanti a quel bambino. Si prostrano e si umiliano; il loro atteggiamento è naturale e pongono i loro ricchi dono a Gesù. E' anche il nostro atteggiamento quando riconosciamo che le fortune terrene non solo non ci appartengono ma sono poste a servizio del vero Artefice di tutto l'Universo.


Apoftegmi - Detti dei Padri

L'abate Amun disse: «Sopporta ogni uomo come Dio ti sopporta».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

COME L'ABATE DEVE ESSERE PREMUROSO VERSO GLI SCOMUNICATI

L'abate dunque deve avere la più grande premura e preoccupazione con ogni accortezza e diligenza per non perdere nessuna delle pecore a lui affidate. Sappia che si è assunta la cura delle anime inferme, non il dominio su quelle sane; e tema la minaccia del profeta per bocca del quale il Signore dice: «Ciò che vedevate grasso, lo prendevate; ciò che invece era debole, lo gettavate via» (Ez 34,3-4). E imiti il gesto di tenerezza del buon pastore il quale, lasciate sui monti le novantanove pecore, andò alla ricerca di quell'unica che si era smarrita; ed ebbe tanta compassione della sua debolezza che si degnò di caricarsela sulle sue sacre spalle e così riportarla al gregge (cf. Lc 15,4-5).


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