Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Mercoledì 10 settembre 2003

Le beatitudini e i guai.

Siamo tutti istintivamente protesi alla ricerca della felicità. Ciò deriva in noi dal fatto che siamo stati creati ad immagine e somiglianza di Dio, che è l'espressione somma e perfetta della felicità. Inoltre serbiamo ancora nel nostro inconscio il ricordo velato dello stato iniziale di totale benessere quando ancora il peccato non ci aveva inferto il suo colpo mortale. Gesù è ben consapevole dei nostri aneliti e delle nostre brame e perciò detta la carta magna del cristiano, la via sicura per raggiungere la beatitudine eterna e la felicità possibile in questo mondo. Appare subito strano e sconvolgente che Egli annoveri tra i beati i poveri, gli affamati, coloro che piangono, che sono odiati e perseguitati. Tutto ci risulterebbe non solo strano, ma assurdo ed impraticabile se non leggessimo le beatitudini alla luce del Cristo e della sua croce gloriosa. Solo con Lui potremmo comprendere come sia possibile raggiungere il massimo del benessere e della gloria attraverso la via della sofferenza. D'altronde non ci sfugge, perché è la nostra quotidiana esperienza, che comunque la vita ci riserva sofferenze e prove di ogni genere. Beati noi che abbiamo scoperto con Cristo il modo di sublimare ciò che ci affligge e di dare valore a ciò che ci opprime. Guai a coloro che non sanno che farsene della sofferenza, l'aborrono senza però poter scrollarsela di dosso, la soffrono senza saperla offrire, rimane attaccata alla loro esistenza, restandone umiliati e schiacciati. Forse è proprio questo l'inferno che gli uomini si costruiscono con le proprie mani. Com'è luminosa invece la via dei Santi! Quanti e quante, come Cristo, hanno scalato il Calvario della vita ed hanno sperimentato sin da questo mondo la gioia della risurrezione. Come avremmo potuto diversamente uscire dalle paludi dei nostri guai se non avesse brillato sul nostro mondo la luce della croce di Cristo?


Apoftegmi - Detti dei Padri

"Un fratello chiese ad abba Matoes: 'Che devo fare? La mia lingua mi è causa di afflizione: quando giungo in mezzo agli altri non riesco a trattenerla, ma in ogni loro buona azione trovo da giudicarli e accusarli. Che devo dunque fare?' L'anziano gli rispose: 'Fuggi nella solitudine. È debolezza infatti. Chi vive con dei fratelli, non deve essere spigoloso, ma sferico, per poter rotolare verso tutti'. E disse: 'Non per virtù vivo in solitudine, ma per debolezza; sono i forti infatti che vanno in mezzo agli uomini".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

CON QUALE ORDINE DEVONO DIRSI I SALMI

Alle Ore diurne si inizi sempre con il versetto: «O Dio, vieni a salvarmi; Signore, vieni presto in mio aiuto» (Sal 69,2) e il Gloria; quindi l'inno di ciascuna Ora. A Prima della domenica si dicano quattro strofe del salmo 118; nelle altre Ore, cioè a Terza, Sesta e Nona, tre strofe per volta dello stesso salmo 118.


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