preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
È una verità di fede quella che celebriamo in questo giorno. L'immacolata, la Madre del Signore, colei che ha generato Cristo nella carne e lo ha seguito sino ai piedi della croce, oggi è assunta in cielo nella gloria di Dio. Quell'Amore che l'ha resa feconda, la forza dello Spirito che l'ha adombrata, ora ancora l'attrae in un amplesso finale, nel cuore stesso di Dio. Egli che ama di un amore infinito, vuole che la donna incorrotta, la piena di grazia, la sua Madre e Sposa, rifulga per tutti dello splendore della santità. La Madre ci precede nella patria beata e mentre noi seguitiamo a proclamarla beata durante il nostro pellegrinaggio terreno, il cielo per sempre l'accoglie. Ci conforta il pensiero e la certezza di avere un Madre in cielo. Lei ha però accolto l'invito e l'impegno che il Figlio suo, morente sulla croce, le ha affidato: ci ha presi con se, in amorosa e materna custodia. Lei per prima si accorge se restiamo privi di vino e spenti di gioia. È lei ancora a sollecitare il Figlio suo a compiere il miracolo che ci occorre, anche quando egli vorrebbe dirci che non è ancora giunta la sua ora. Lei, gloriosa nella schiera dei santi, regina del cielo, Madre della Chiesa, continuamente si muove nelle nostre strade, silenziosa ed umile, ma sempre solerte e sollecita. Lei sa ben comprendere le nostre umane debolezze e le nostre più urgenti necessità. Lei è vicina a chi soffre perché ben conosce il dolore. Lei è con chi sa gioire perché è stata la gioiosa cantautrice di Dio. È lei che sa e può soddisfare, con il suo candore e con la sua splendida maternità, quell'innato bisogno di tenerezza che mai completamente ci abbandona. La chiesa tutta oggi l'onora perché il cielo si è aperto per accogliere la Madre, ma aperto rimane per tutti i suoi figli. Per questo è festa in cielo ed è festa sulla terra. Maria è assunta, la nostra umanità alla stessa meta tende ed aspira. Con Lei la fiducia non si spegne perché brilla come la luce radiosa del mattino e ci indica la meta.
«Poni alla porta del tuo cuore un cherubino con la spada infuocata».
L'UMILTÀ Se dunque gli occhi del Signore scrutano buoni e cattivi (Pr 15,3) e se il Signore dal cielo si china sugli uomini per vedere se esista un saggio, se c'è uno che cerchi Dio (Sal 13,2), e se dagli angeli a noi assegnati, quotidianamente, giorno e notte, vengono riferite le nostre azioni al Signore nostro Creatore, allora dobbiamo essere continuamente vigilanti, fratelli, affinché il Signore, come dice il profeta nel salmo, non ci veda mai volti al male e diventati inutili (Sal 13,3 Volg.); e, se anche ci perdona adesso perché è misericordioso e aspetta che ci convertiamo, non debba poi dirci un giorno: «Hai fatto questo e io ho taciuto» (Sal 49,21 Volg.).
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