Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)

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Commento alle Letture

Martedì 22 luglio 2003

Ecco mia madre ed i miei fratelli.

Oggi leggiamo un brano evangelico che ci sembra piuttosto duro, soprattutto verso la Madre di Gesù. Per la nostra mentalità che vede solo negli onori terreni la riconoscenza dei meriti, sembra infatti che Gesù rinneghi, in qualche modo, le qualità di Maria. Gesù, però non disprezza i suoi legami di sangue ma anzi ne dà una valenza ancora maggiore. Non tradisce sua madre e Gesù stesso la vuole accanto a sé fino al momento supremo della sua morte in Croce. La sua missione è però quella di instaurare una nuova famiglia i cui legami non sono di sangue; in Lui diventiamo tutti fratelli e Figli di Dio. E' un nuovo rapporto che ci chiede Gesù. La figliolanza divina al quale ci chiama non è diritto di natura ma può essere conquistata solo con il nostro impegno personale nel seguire la sua volontà. Maria, con il suo "si" completo e totale si è già aggregata tra i discepoli di Gesù e con la sua vita ci dà un esempio luminoso di dedizione. Con lei possiamo diventare anche noi veri discepoli di Gesù e quindi partecipare a questa nuova famiglia di adozione.


Santa Maria Maddalena.

Chi cerchi?

Maria di Magdala è la protagonista di una bellissima scena che si svolge la domenica di Pasqua, di primo mattino. E' l'evangelista Giovanni che la descrive con tocchi precisi e carichi di profonda umanità. A Maria, che sollecita ed ignara si reca al sepolcro appare il Risorto. Maria di Magdala non lo riconosce subito, forse per la sorpresa dell'incontro o anche perché Cristo è trasfigurato dalla gloria della Resurrezione. Gesù però la chiama e si fa riconoscere e annuncia a lei la verità della Resurrezione. Le affida poi il compito di recarsi dagli apostoli perché saranno loro poi a dover recare a tutti l'annuncio della buona novella: la resurrezione di Cristo come segno di salvezza per tutti gli uomini. In questo incontro Gesù appare nella doppia realtà di vero uomo e vero Dio. L'apparizione non è quella di un fantasma ma è proprio di un uomo; lo stesso Gesù però vuol precisare di avere con il Padre Celeste un rapporto privilegiato rispetto a noi specificando che è “Padre mio e Padre vostro”. Maria chiamandolo maestro testimonia che la sua fede è ormai completa ed è pronta per l'incarico che ha avuto.

Apoftegmi - Detti dei Padri

Uno dei padri interrogò abba Giovanni il Nano su chi sia il monaco. Quello rispose: "Fatica! Perché in ogni opera il monaco si affatica. Questo è il monaco".


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

QUALE DEVE ESSERE L'ABATE

Soprattutto non trascuri né tenga in minor conto la salvezza delle anime a lui affidate per preoccuparsi maggiormente delle cose terrene, transitorie e caduche; ma pensi sempre che si è assunto il compito di guidare le anime e che di esse dovrà rendere conto. E perché non adduca a pretesto l'eventuale scarsezza di beni materiali, ricordi che sta scritto: «Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta» (Mt 6,33); e ancora: «Nulla manca a coloro che lo temono» (Sal 33,10).


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