preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
L'immagine del pastore e delle pecore è frequente nella bibbia sin dall'antico testamento. Nei primo libro dei re per descrivere uno stato di desolazione e di sbandamento del popolo eletto leggiamo: «Vedo tutti gli Israeliti vagare sui monti come pecore senza pastore» e il profeta Zaccaria in una situazione analoga dice: "Vanno vagando come pecore, sono oppressi, perché senza pastore". Un salmista invece, volendo predire la sorte di coloro che confidano in se stessi e non nel Signore, che si affidano al proprio orgoglio, così si esprime: "Come pecore sono avviati agli inferi, sarà loro pastore la morte". Nel libro di Giuditta, nel suo primo incontro con Oloferne, leggiamo: "Tu li potrai condurre via come pecore senza pastore e nemmeno un cane abbaierà davanti a te". Gesù ricorre spesso a queste stesse immagini, molto familiari ai suoi ascoltatori. Egli si commuove dinanzi alla folla: "Perché erano come pecore senza pastore". Anche nel giudizio finale riappare la figura del pastore e delle pecore: "E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri". Gesù oggi si proclama pastore che entra per la porta, che conosce le sue pecore. Queste a loro volta conoscono la voce del pastore buono, è per loro una voce amica, è la loro guida ai pascoli migliori, si sentono da lui protette. Si instaura una relazione di amicizia, un autentico rapporto di amore. Alla figura del pastore buono e della porta, Gesù contrappone l'"estraneo", che non entra per la porta, che è un ladro e un brigante. È un intruso che disorienta il gregge, che provoca paura e che induce alla fuga. Non riconoscono la voce dell'estraneo perché egli non è un portatore di verità e di amicizia, ma uno che vuole trarre dalle pecore solo vantaggi personali. Nell'estraneo si identificano tutti coloro che seminano zizzania nella chiesa di Dio, sono i falsi profeti e i falsi cristi; sono coloro che portano le loro falsità e pretendono, fuorviandoli, di fare adepti nel gregge di Cristo. Il ladro, che non entra per la porta e non è pastore, che non viene nel suo nome, arriva per rubare, uccidere e distruggere, Gesù è venuto tra noi per donarci, con la sua grazia, la vita in abbondanza.
Abba disse: Malvagità non caccia affatto malvagità; se uno ti ha fatto del male, tu fagli del bene, per distruggere la sua malvagità con le tue opere buone.
COME DEVONO ESSERE ACCOLTI GLI OSPITI Tutti gli ospiti che sopraggiungono siano accolti come Cristo, poiché egli dirà: «Ero forestiero e mi avete ospitato» (Mt 25,35). E a tutti si renda l'onore dovuto, soprattutto ai fratelli nella fede (Gal 6,10) e ai pellegrini. Non appena quindi viene annunziato un ospite, subito gli vadano incontro il superiore e i fratelli con tutte le premure suggerite dalla carità; prima si preghi insieme e poi ci si scambi il segno della pace. Questo bacio di pace appunto non sia mai dato prima di aver pregato insieme, per evitare le illusioni diaboliche. Nel modo stesso di salutare si dimostri la più grande umiltà verso tutti gli ospiti che arrivano o che partono: col capo chino o con tutto il corpo prostrato a terra si adori in essi Cristo, perché è lui che viene accolto.
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