preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
La missione dei profeti di ogni tempo è sempre stata difficile e scomoda: farsi portatori e testimoni di verità comporta quasi sempre uno scontro con chi guazza nel male e ne trae potere e umani profitti. Gesù lancerà una pesante accusa contro i giudei del suo tempo: "Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono inviati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una gallina raccoglie i pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco: la vostra casa vi sarà lasciata deserta!". Continuano nello stesso stile anche nei confronti del Cristo. gli stessi compaesani lo contestano duramente. Egli dopo la lettura di un brano di Isaia, proclama ancora la sua missione, ma a conferma delle sua affermazioni, gli uditori reclamano privilegi e segni, che sono sotto i loro occhi, ma essi non vedono e non vogliono vedere. I segni di Dio si possono scorgere soltanto con la luce della fede e mai si mostrano all'orgoglio e alle pretese dell'uomo. Capita allora di scacciare ancora Cristo perché egli non interverrebbe nella nostra storia a soddisfare le nostre attese, non soddisferebbe i nostri gusti. Così la nostra casa, il nostro mondo rimane deserto perché colpevolmente lo priviamo della presenza salvifica di Cristo. è la triste vicenda dell'ateismo vero, magari non dichiarato, ma praticato e camuffato da una fede falsa. È la vera grande bestemmia del nostro mondo, è la contestazione della Verità in nome della nostra povera razionalità e ottusità. Cristo va accolto con povertà di spirito e nella ricchezza della fede. Solo per questa via lo incontriamo e lo sentiamo non solo presente nel nostro mondo e in tutte le nostre storie, ma scopriamo che egli viene a noi e prende stabile dimora in ciascuno di noi per inabitate nei nostri cuori. Fede e amore ci aprono a Dio: possiamo far tesoro di questi doni nell'umiltà della preghiera, nella coerenza della vita, nella costante comunione con il nostro Salvatore.
Un anziano disse: «Giuseppe d'Arimatea prese il Corpo di Gesù e lo mise in una sindone monda e in un sepolcro nuovo, cioè in un uomo nuovo. Che ciascuno abbia gran cura di non peccare per non oltraggiare Dio che abita in lui, e per non scacciarlo dalla sua anima. La manna fu data a Israele per nutrirsi nel deserto, ma al vero Israele è stato dato il Corpo di Cristo».
QUELLI CHE SENZA AUTORIZZAZIONE TRATTANO CON GLI SCOMUNICATI Se un fratello, senza l'autorizzazione dell'abate oserà trattare in qualsiasi modo con il fratello scomunicato o parlare con lui o inviargli un messaggio, incorra nella pena di una eguale scomunica.
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