preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
È il tempo che Gesù dedica al silenzio, alla preghiera al digiuno prima di iniziare la sua vita pubblica. L'evangelista Marco, come è suo solito, ci racconta tutto in poche righe: "Lo Spirito sospinse Gesù nel deserto ed egli vi rimase quaranta giorni, tentato da satana: stava con le fiere e gli angeli lo servivano". È sufficiente per indurci a salutari riflessioni: è lo Spirito Santo a sospingerlo, è l'amore verso il Padre e la consapevolezza della sua missione ad indurlo ad un lungo periodo di meditazione e più intima unione con il Padre celeste anche nella sua natura umana. Infatti il deserto più che indicare un luogo, vuole dirci di uno stile ed una scelta di vita, di un atteggiamento penitenziale ed interiore per una immediata preparazione prima di iniziare la sua vita pubblica. Il tutto mira a conoscere fino in fondo la volontà del Padre e ad assumere la migliore predisposizione a compierla fino al martirio della croce. La sua esperienza tra noi sarà la suprema manifestazione dell'amore del Padre verso di noi peccatori, ecco quindi il motivo per cui è lo Spirito Santo, l'Amore perfettissimo di Dio, a condurlo e sospingerlo. Viene subito da chiederci a chi noi affidiamo le nostre piccole e grandi imprese, da chi ci lasciamo guidare e ancora quale ruolo ha per noi credenti quello stesso Spirito, che abbiamo ricevuto sin da giorno del nostro battesimo. Abbiamo forse spento quella lampada luminosa? O l'abbiamo posta sotto il moggio? Abbiamo iniziato a vivere un tempo penitenziale che deve condurci fino alla gioia piena della Pasqua. Dobbiamo anche noi intensificare la preghiera e la penitenza per operare in noi una vera conversione. Essere vigilanti nell'attesa è un dovere del cristiano da praticare sempre, ma in certi momenti la liturgia e la chiesa, come madre e maestra, ci esortano ad intensificare il nostro fervore spirituale. Il digiuno fa parte del "deserto", ci viene proposto come strumento di purificazione ed espiazione spirituale, come via per essere partecipi delle sofferenze di Cristo ed infine come mezzo salutare per convertirci totalmente a lui. Non siamo neanche noi esenti e liberi dalla tentazione del maligno. Abbiamo perciò urgente bisogno di assumere, con la preghiera assidua e costante, la forza interiore che egli ci dona. Stare con le fiere significa appunto il dover convivere con le forze del male con tutti i rischi che ne conseguono. Sperimentiamo infatti ogni giorno il dilagare del male, che in certi momenti pare diventi inarrestabile. Noi cristiani non possiamo e non dobbiamo arrenderci mai per quella meravigliosa fiducia che Cristo ha trasfuso in tutti noi, sia respingendo decisamente le tentazioni di satana, sia, ancor più, con quanto ha meritato per noi con la sua volontaria immolazione sulla croce. Ci dirà, dopo la sua risurrezione: "Io ho vinto il mondo!" e ancora: "È stato precipitato l'accusatore, colui che ci accusava giorno e notte presso il Padre".
"Chi non sa stare ad solo, si guardi dal cercare la comunione... Ma viceversa è vero anche che chi non si trova in comunione, si guardi dallo star da solo...
QUANTI SALMI DEVONO DIRSI IN QUESTE ORE Abbiamo già disposto l'ordine della salmodia all'Ufficio notturno e alle Lodi mattutine; provvediamo adesso per le altre Ore. A Prima si dicano tre salmi separatamente e non sotto un solo Gloria; l'inno della stessa Ora dopo il versetto O Dio, vieni a salvarmi (Sal 69,2), prima di iniziare i salmi. Finiti i tre salmi, si reciti una lettura, il versetto, il Kyrie eleison e si concluda. A Terza, Sesta e Nona la preghiera si celebri allo stesso modo: cioè il versetto di introduzione, l'inno di ciascuna Ora, i tre salmi, la lettura, il versetto, il Kyrie eleison e si concluda. Se la comunità è abbastanza numerosa, i salmi si cantino con le antifone; se più piccola, tutti di seguito.
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