preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire - Bassano Romano (VT)
Per comprendere la bontà infinita di Dio e gli abissi della nostra miseria bisogna porre doverosa attenzione ai violenti contrasti di cui noi essere umani siamo spesso protagonisti: nel vangelo di oggi mentre Gesù parla della sua prossima passione e morte, gli apostoli s'immergono in un'assurda discussione su chi di loro dovrà essere il primo e il più grande. Sin dal principio sono state proprio le manie di grandezza e la voglia sfrenata di primeggiare a causarci i grandi guai. Per questo ci siamo ribellati a Dio, per la stessa ragione abbiamo perpetrato violenze e sono ancora quelle a creare nel nostro mondo i mali peggiori. Come è diversa la visione che Gesù ci prospetta! Egli dice ai suoi e ripete a ciascuno di noi: «Se uno vuol essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servo di tutti». Poi prende un bambino, lo abbraccia affettuosamente e completa la sua sentenza: «Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me; chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato». Con quel gesto e con quelle parole vuole ricordare che occorrono purezza e semplicità di cuore per entrare nel regno di Dio e diventare accoglienti e praticanti della sua parola. Dirà in un'altra occasione che solo i piccoli vi trovano accesso. In un altro momento solenne, in una cena di addio, il Maestro e Signore si prostrerà come uno schiavo ai piedi dei suoi discepoli per lavare loro i piedi e concluderà quella cerimonia dicendo: «Sapete ciò che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi». È davvero sconvolgente la proposta di Cristo e se non fosse stata confermata con lo splendido esempio da lui stesso offertoci, potrebbe sembrare assurdo rispetto al giudizio corrente del mondo. È ancora difficile convincerci e convincere che la via della vera grandezza debba necessariamente passare per la via dell'umiliazione. Anche il vangelo di oggi si conclude dicendoci: «Se uno vuol essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servo di tutti». Ciò vale per ogni cristiano, ma è un'esigenza inderogabile per tutti i ministri di Cristo.
La preghiera Lui «sa cosa è bene per noi e ci fa misericordia».
L'UMILTÀ Nel periodo invernale, cioè dal principio di novembre fino a Pasqua, ci si alzi, secondo una valutazione ragionevole, all'ottava ora della notte, in modo da dormire un po' più della metà della notte e levarsi a digestione compiuta. Il tempo poi che rimane dopo le Vigilie, i fratelli che hanno bisogno di imparare qualcosa del salterio o delle letture, lo dedichino a questo. Da Pasqua invece fino al principio di novembre, l'orario venga regolato in modo tale che, dopo l'Ufficio vigiliare, lasciato un brevissimo intervallo in cui i fratelli possano uscire per le necessità naturali, seguano subito le Lodi mattutine che devono celebrarsi alle prime luci dell'alba.
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