Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
17 - 23 Marzo 2024
Tempo di Quaresima V, Colore viola
Lezionario: Ciclo B, Salterio: sett. 1

San Giovanni Paolo II

22 Ottobre
Papa

BIOGRAFIA

San Papa Giovanni Paolo II

All'anagrafe Carlo Giuseppe Wojtyla nacque nel 1920 a Wadowice in Polonia. Ordinato sacerdote e compiuti gli studi di teologia a Roma, al ritorno in patria ricoprì vari incarichi pastorali e universitari. Nominato Vescovo ausiliare di Cracovia, di cui nel 1964 divenne Arcivescovo, prese parte al Concilio Ecumenico Vaticano II. Divenuto papa il 16 ottobre 1978 con il nome di Giovanni Paolo II, si contraddistinse per la straordinaria sollecitudine apostolica, in particolare per le famiglie, i giovani e i malati, che lo spinse a compiere innumerevoli visite pastorali in tutto il mondo; i frutti più significativi lasciati in eredità alla Chiesa, tra molti altri, sono il suo ricchissimo Magistero e la promulgazione del Catechismo della Chiesa Cattolica e dei Codici di Diritto Canonico per la Chiesa latina e le Chiese Orientali. Morì piamente a Roma il 2 aprile 2005, alla vigilia della II domenica di Pasqua o della divina misericordia.

DAGLI SCRITTI...

Dall'Omelia per l'inizio del pontificato del beato Giovanni Paolo II, papa
Non abbiate paura! Aprite le porte a Cristo!
Pietro è venuto a Roma! Cosa lo ha guidato e condotto a questa Urbe, cuore dell'Impero Romano, se non l'obbedienza all'ispirazione ricevuta dal Signore? Forse questo pescatore di Galilea non avrebbe voluto venire fin qui. Forse avrebbe preferito restare là, sulle rive del lago di Genesareth, con la sua barca, con le sue reti. Ma, guidato dal Signore, obbediente alla sua ispirazione, è giunto qui!

Secondo un'antica tradizione, durante la persecuzione di Nerone, Pietro voleva abbandonare Roma. Ma il Signore è intervenuto: gli è andato incontro. Pietro si rivolse a lui chiedendo: «Quo vadis, Domine?» (Dove vai, Signore?). E il Signore gli rispose subito: «Vado a Roma per essere crocifisso per la seconda volta». Pietro tornò a Roma ed è rimasto qui fino alla sua crocifissione.

Il nostro tempo ci invita, ci spinge, ci obbliga a guardare il Signore e ad immergerci in una umile e devota meditazione del mistero della suprema potestà dello stesso Cristo.

Colui che è nato dalla Vergine Maria, il Figlio del falegname - come si riteneva -, il Figlio del Dio vivente, come ha confessato Pietro, è venuto per fare di tutti noi «un regno di sacerdoti».

Il Concilio Vaticano II ci ha ricordato il mistero di questa potestà e il fatto che la missione di Cristo - Sacerdote, Profeta-Maestro, Re - continua nella Chiesa. Tutti, tutto il Popolo di Dio è partecipe di questa triplice missione. E forse in passato si deponeva sul capo del Papa il triregno, quella triplice corona, per esprimere, attraversotale simbolo, che tutto l'ordine gerarchico della Chiesa di Cristo, tutta la sua «sacra potestà» in essa esercitata non è altro che il servizio, servizio che ha per scopo una sola cosa: che tutto il Popolo di Dio sia partecipe di questa triplice missione di Cristo e rimanga sempre sotto la potestà del Signore, la quale trae le sue origini non dalle potenze di questo mondo, ma dal Padre celeste e dal mistero della Croce e della Risurrezione.

La potestà assoluta e pure dolce e soave del Signore risponde a tutto il profondo dell'uomo, alle sue più elevate aspirazioni di intelletto, di volontà, di cuore. Essa non parla con un linguaggio di forza, ma si esprime nella carità e nella verità.

Il nuovo Successore di Pietro nella Sede di Roma eleva oggi una fervente, umile, fiduciosa preghiera: «O Cristo! Fa' che io possa diventare ed essere servitore della tua unica potestà! Servitore della tua dolce potestà! Servitore della tua potestà che non conosce il tramonto! Fa' che io possa essere un servo! Anzi, servo dei tuoi servi».

Fratelli e Sorelle! Non abbiate paura di accogliere Cristo e di accettare la sua potestà!

Aiutate il Papa e tutti quanti vogliono servire Cristo e, con la potestà di Cristo, servire l'uomo e l'umanità intera!

Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa «cosa è dentro l'uomo». Solo lui lo sa!

Oggi così spesso l'uomo non sa cosa si porta dentro, nel profondo del suo animo, del suo cuore. Così spesso è incerto del senso della sua vita su questa terra. È invaso dal dubbio che si tramuta in disperazione. Permettete, quindi - vi prego, vi imploro con umiltà e con fiducia - permettete a Cristo di parlare all'uomo. Solo lui ha parole di vita, sì! di vita eterna.

Responsorio Breve 1 Ts 2, 4. 3

R. Non abbiate paura: il Redentore dell'uomo ha rivelato il potere della croce e ha dato per noi la vita! * Aprite, spalancate le porte a Cristo.

V. Siamo chiamati nella Chiesa a partecipare alla sua potestà.

R. Aprite, spalancate le porte a Cristo

NOTA DAL MESSALE

Karol Józef Wojtyla (Wadowice, Polonia, 18 maggio 1920 - Roma, 2 aprile 2005), fu ordinato presbitero il 1 novembre 1946. Docente di teologia morale (Lublino), fu eletto ausiliare e in seguito arcivescovo di Cracovia (1964) negli anni della dura repressione del regime comunista. Partecipò al Concilio Vaticano II. Eletto papa (1978) dopo il breve pontificato di Giovanni Paolo I, ne assunse il doppio nome. Alla crescente secolarizzazione contrappose la centralità di Cristo rilanciando la missione della Chiesa, sia con i numerosi viaggi apostolici in tutto il mondo, sia con la proclamazione a beati o santi di innumerevoli testimoni della fede. Promosse il confronto ecumenico e sviluppò il dialogo interreligioso. Con il Grande Giubileo dell’anno 2000 introdusse la Chiesa nel terzo millennio della sua storia.

Orazione della memoria

«Deus, dives in misericórdia, qui beátum Ioánnem Paulum, papam, univérsæ Ecclésiæ tuæ præésse voluísti, præsta, quǽsumus, ut, eius institútis edócti,corda nostra salutíferæ grátiæ Christi, uníus redemptóris hóminis, fidénter aperiámus».

O Dio, ricco di misericordia, che hai chiamato il beato Giovanni Paolo II, papa, a guidare l’intera tua Chiesa, concedi a noi, forti del suo insegnamento, di aprire con fiducia i nostri cuori alla grazia salvifica di Cristo, unico Redentore dell’uomo. Per il nostro Signore...

In questa orazione colletta, Dio è invocato “ricco di misericordia” (nel testo latino: dives in misericordia). Nel secondo anno del suo pontificato, Giovanni Paolo II ha pubblicato l’enciclica Dives in misericordia sulla misericordia divina (30.11.1980), e, sulla scia della grande propagatrice della devozione a Gesù misericordioso, Maria Faustina Kowalska, da lui canonizzata nell’anno 2000, ha voluto che la II domenica di Pasqua fosse dedicata in modo particolare alla divina misericordia. Nella supplica della colletta, poi, si chiede “di aprire con fiducia i nostri cuori alla grazia salvifica di Cristo”. La Lettera Apostolica, del 06.01.1983, con cui il Pontefice inaugurava, nel 1950o anniversario della morte di Cristo, l’anno dedicato alla speciale memoria della redenzione, inizia con queste parole: «"Aprite le porte al Redentore!". È questo l’appello che, nella prospettiva dell’anno giubilare della redenzione, rivolgo a tutta la Chiesa, rinnovando l’invito espresso all’indomani della mia elezione alla cattedra di Pietro. Da quel momento i miei sentimenti e pensieri sono stati sempre più diretti a Cristo redentore, al suo mistero pasquale, vertice della rivelazione divina ed attuazione suprema della misericordia di Dio verso gli uomini di ogni tempo». Notiamo, poi, che la prima enciclica di papa Wojtyla è stata proprio la Redemptor hominis (04.03.1979), in cui il Pontefice riafferma l’unicità di Cristo Salvatore: «A Lui vogliamo guardare, perché solo in Lui, Figlio di Dio, c'è salvezza» (n. 7). Nella sua brevità, questa colletta ripropone il meglio della spiritualità e del magistero del papa polacco. (Dal BLOG di Padre M.Augé)