Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
26 Marzo - 01 Aprile 2017
Tempo di Quaresima IV, Colore rosa
Lezionario: Ciclo A, Salterio: sett. 4

Commento alle Letture

Venerdì 31 marzo 2017

Egli mi ha mandato a fare la Sua volontà.

I cattivi giudei volevano uccidere Gesù, e già lo cercavano, ma Gesù se ne andava per la Galilea, infatti non voleva più percorrere la Giudea. Ma Egli è un Dio Misericordioso: è Colui che ha pietà di chi sbaglia, ed anche dei suoi persecutori. Ed allora, avvicinandosi la festa delle Capanne, Egli lascia la Galilea e va diretto a Gerusalemme: oggi diremmo: “Egli va in bocca ai lupi per farsi divorare!”. E andò proprio nel Tempio ad insegnare. E alcuni dicevano: “Ma non è Costui quello che cercano di uccidere? Ecco Egli parla apertamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che Egli è il Cristo? Ma Costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia (vi ricordate il dialogo dei farisei con il Cieco nato del vangelo della domenica scorsa?). Gesù allora, mentre insegnava nel Tempio, esclamo: “Certo voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da Me stesso, ma Chi mi ha mandato è Veritiero, e voi purtroppo non Lo conoscete: Io Lo conosco, perché vengo da Lui, ed Egli mi ha mandato”. Cercavano allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di Lui, perché non era ancora giunta la sua ora. E così sarà per noi: nessuno ci potrà far del male, finché non sarà giunta la nostra ora di prova e di crocifissione redentiva. Ma quando essa sarà arrivata, siamo pronti, prendiamola prontamente per amor di Dio, così completeremo in noi quello che manca alla Passione di Cristo, come ci scrive appunto San Paolo. E la Vergine Addolorata sarà sempre accanto a noi, proprio come è stata sotto la Croce di Gesù.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Un novizio volle un giorno rinunciare al mondo. Disse all'anziano: "Voglio diventare monaco". L'anziano rispose: "Non ce la farai". L'altro disse: "Ce la farò". L'anziano disse: "Se realmente lo vuoi, va', rinuncia al mondo, poi vieni ad abitare nella tua cella. Egli se ne andò, donò ciò che possedeva, tenne per sé cento monete e tornò dall'anziano. L'anziano gli disse: «Va' ad abitare nella tua cella». Andò ad abitarvi. Mentre era là i suoi pensieri gli dissero: «La porta è vecchia e deve essere sostituita». Andò dunque a dire all'anziano: «I miei pensieri mi dicono: La porta è vecchia e deve essere sostituita». L'anziano gli rispose: «Tu non hai ancora rinunciato al mondo; va', rinuncia al mondo, e poi abita qui». Se ne andò, donò novanta monete, ne tenne dieci e disse all'anziano: «Ecco, ho rinunciato al mondo». L'anziano gli disse: «Va', abita nella tua cella». Andò ad abitarvi. Mentre era là i suoi pensieri gli dissero: «Il tetto è vecchio e deve essere rifatto». Andò dall'anziano: «I miei pensieri mi dicono: Il tetto è vecchio e deve essere rifatto». L'anziano gli disse: «Va', rinuncia al mondo». Il fratello se ne andò, donò le dieci monete e tornò dall'anziano: «Ecco che ho rinunciato al mondo». Mentre era nella sua cella i suoi pensieri gli dissero: «Ecco, tutto è vecchio, verrà il leone e mi mangerà». Espose i suoi pensieri all'anziano che gli disse: «Vorrei che tutto cadesse su di me e che il leone venisse a mangiarmi, per essere liberato dalla vita. Va', dimora nella tua cella e prega Dio».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

QUALE DEVE ESSERE IL CELLERARIO DEL MONASTERO

Tutti gli oggetti e tutti i beni del monastero li consideri come i vasi sacri dell'altare; e non ritenga nulla di poco conto. Non si lasci dominare dall'avarizia e neppure sia prodigo o sperperatore dei beni del monastero, ma faccia tutto con misura e secondo le direttive dell'abate. Soprattutto sia umile e a chi non può procurare la cosa richiesta dia una buona parola di risposta, come sta scritto: «Una buona parola vale più di ogni dono prezioso» (Sir 18,16-17). Tenga sotto la sua cura soltanto ciò che l'abate gli avrà affidato; non ardisca invece ingerirsi in ciò da cui l'abate lo avrà escluso. 1La quantità di cibo stabilita la serva ai fratelli senza alcuna arroganza e senza ritardi per non scandalizzarli, ricordando che cosa meriti, secondo la parola del Signore, chi scandalizza uno dei piccoli (Mt 18,6).

Cap.31,10-16.