Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
15 - 21 Gennaio 2017
Tempo Ordinario II, Colore verde
Lezionario: Ciclo A | Anno I, Salterio: sett. 2

Commento alle Letture

Martedì 17 gennaio 2017

Sant'Antonio, Padre dei monaci...

E' stato Sant'Atanasio a scrivere la vita di Sant'Antonio. Egli ci racconta che, morti i suoi genitori, Antonio, che era allora assai giovane, andando a messa, come usava fare sempre da vero cristiano, un giorno riflettete molto sul vangelo che era stato letto in chiesa: "Se vuoi essere perfetto và, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel Cielo; poi vieni e seguimi". E così egli fece, e senza tanti ripensamenti!... I genitori gli avevano lasciato una grande eredità: possedeva 300 campi molto fertili e ameni. Li diede tutti in dono agli abitanti del paese. Vendette anche tutti i suoi beni e il ricavato lo distribuì ai poveri: una forte somma di denaro, riservandone solo una piccola parte per la sorella più piccola. Egli iniziò a vivere in povertà, nel digiuno, nel silenzio e nella preghiera: una vita aspra e senza nulla concedere a se stesso. Egli lavorava con le proprie mani per comprarsi il pane che mangiava e il resto lo dava sempre ai poveri. E trascorreva molto tempo nella preghiera, perché aveva capito che era necessario pregare sempre, continuamente; e anche per questo si ritirò poi nel deserto e visse in una grotta, che ancora esiste là ad Oriente. Lo seguirono poi tanti giovani e divennero monaci... così è nato il primo monachesimo cristiano, che poi si impianterà anche da noi in Occidente, grazie al nostro San Benedetto Abate. ...E perché Sant'Antonio è stato messo, dalla tradizione popolare, come patrono delle bestiole? Forse perché là, nel deserto, i diavoli andavano a disturbare la sua preghiera, presentandosi a lui sotto forma di bestie strane: serpenti, caproni, porci... Che Sant'Antonio Abate ci aiuti e ci difenda contro gli assalti del maligno; e interceda sempre per tutti noi! :))


Apoftegmi - Detti dei Padri

«Un giorno il santo padre Antonio, mentre sedeva nel deserto, fu preso da sconforto e da fitta tenebra di pensieri. E diceva a Dio: "O Signore! Io voglio salvarmi, ma i miei pensieri me lo impediscono. Che posso fare nella mia afflizione?". Ora, sporgendosi un po', Antonio vede un altro come lui, che sta seduto e lavora, poi interrompe il lavoro, si alza in piedi e prega, poi di nuovo si mette seduto ad intrecciare corde, e poi ancora si alza e prega. Era un angelo del Signore, mandato per correggere Antonio e dargli forza. E udì l'angelo che diceva: "Fa' così e sarai salvo". All'udire quelle parole, fu preso da grande gioia e coraggio; così fece e si salvò».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

QUALE DEVE ESSERE L'ABATE

Non faccia preferenze di persone in monastero; non ami uno più dell'altro, eccetto chi avrà trovato migliore nelle buone opere e nell'obbedienza; non preferisca chi è nato libero a chi entra in monastero venendo dalla condizione servile, a meno che non ci sia un altro motivo ragionevole; che se, per dovere di giustizia, l'abate riterrà opportuno agire così, lo faccia per qualsiasi classe sociale; altrimenti ognuno conservi il proprio posto; perché, schiavi o liberi (Ef 6,8), tutti siamo uno in Cristo (Gal 3,28) e portiamo il medesimo peso della milizia e del servizio sotto un unico Signore: non vi è infatti presso Dio preferenza di persone (Rm 2,11); soltanto in una cosa possiamo distinguerci davanti a lui: se siamo trovati più umili e migliori degli altri nelle buone opere. Abbia dunque l'abate verso tutti uguale carità e, tenendo conto dei meriti di ciascuno, segua per tutti una medesima linea di condotta.

Cap.2,16-22.