Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
22 - 28 Marzo 2015
Tempo di Quaresima V, Colore viola
Lezionario: Ciclo B, Salterio: sett. 1

Commento alle Letture

Martedì 24 marzo 2015

Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo,
allora saprete che "IO SONO"...

Chi non crede in Cristo, in «Colui che è», rimane nei suoi peccati e quindi è destinato alla morte. Gli uomini vivranno se crederanno in lui morente, ossia nel Crocifisso, e se guarderanno a lui. Il morso del peccato dà la morte ma con la propria morte Gesù vince il serpente e dona la vita. Egli aveva già annunciato quale sarebbe la sua fine; ora dice con maggior chiarezza quali conseguenze avrebbero subito i giudei a causa di essa. Allora essi lo cercheranno come Salvatore, ma sarà troppo tardi, perciò morranno nei loro peccati. Il Signore ribadisce la sua dignità unica, di cui i giudei si convinceranno quando lo avranno «elevato». Questa elevazione esprime in Giovanni un doppio significato: senz'altro la crocifissione di Gesù, la morte violenta, che i giudei gli affliggeranno, ma anche l'ascensione di Gesù al cielo, nello stendere le braccia fra il cielo e la terra, in segno di perenne alleanza, l'alleanza che sarà operata da Dio stesso. Allora si rivelerà loro l'indistruttibilità della vita di Gesù e la sua piena comunione con il Padre nell'essere e nell'operare. Un monito per noi, nell'abbraccio di amore, perché il Signore continua a ripeterlo a noi come diceva a loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Chiediamo però perché nonostante il nostro attaccamento alle cose di quaggiù, con la sua grazia, possiamo essere elevati laddove Egli regna per i secoli dei secoli. Amen.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Un anziano disse: «Giuseppe d'Arimatea prese il Corpo di Gesù e lo mise in una sindone monda e in un sepolcro nuovo, cioè in un uomo nuovo. Che ciascuno abbia gran cura di non peccare per non oltraggiare Dio che abita in lui, e per non scacciarlo dalla sua anima. La manna fu data a Israele per nutrirsi nel deserto, ma al vero Israele è stato dato il Corpo di Cristo».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

QUELLI CHE SENZA AUTORIZZAZIONE TRATTANO CON GLI SCOMUNICATI

Se un fratello, senza l'autorizzazione dell'abate oserà trattare in qualsiasi modo con il fratello scomunicato o parlare con lui o inviargli un messaggio, incorra nella pena di una eguale scomunica.

Cap.26,1-2.