Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
17 - 23 Marzo 2013
Tempo di Quaresima V, Colore viola
Lezionario: Ciclo C, Salterio: sett. 1

Commento alle Letture

Domenica 17 marzo 2013

La misera e la misericordia.

Il brano della donna adultera è una stupenda applicazione della misericordia divina. E' significativo che l'episodio non ci viene offerto come parabola ma come un fatto concreto. Una donna, trovata sicuramente in stato di peccato, sta per subire una morte crudele per mano di giustizieri improvvisati. Questi giustizieri, però, non si accontentano di ciò: sicuri della giustezza della loro posizione credono di poter anche cogliere in flagrante contraddizione Gesù. Un occasione ghiotta si presenta loro, quando vedono Gesù impegnato in discussioni con i farisei. Non solo pensano di soddisfare la loro sete di vendetta ma pensano di sbarazzarsi, una volte per tutte, di quel predicatore che tante volte li aveva posti in imbarazzo. Gesù riesce a capovolgere tutta la situazione: non solo salva la donna - senza giustificare il suo peccato, condonandolo - ma svela l'ipocrita malvagità dei farisei. La donna è così redenta: ha salva la vita, non solo quella materiale ma soprattutto la spirituale. Si trovava davanti ad un branco di persone affamate del suo sangue, ora invece ha di fronte solo lo sguardo di Gesù che - alzatosi - le viene incontro. Gesù e la sua misericordia si trova di fronte al peccato che vuole redimere; si trova anche di fronte ad una persona che vuole salvare. Gesù condanna il peccato e salva il peccatore. E' questo il nostro comportamento, così pronti alla condanna? E' questa la nostra giustizia o non è - alle volte - proprio all'opposto? Crediamo di applicare la giustizia condannando il peccatore: così non eliminiamo neanche il peccato.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Diceva l'abate Mios: «Obbedienza per obbedienza. Se uno obbedisce a Dio, Dio gli obbedisce».


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

ATTEGGIAMENTO DURANTE L'UFFICIO DIVINO

Noi crediamo che Dio è presente dappertutto e che gli occhi del Signore scrutano in ogni luogo buoni e cattivi (Pr 15,3); ma crediamolo soprattutto senza alcun dubbio quando prendiamo parte all'Opera di Dio. Perciò richiamiamo continuamente alla memoria quanto dice il profeta: «Servite il Signore con timore» (Sal 2,11); e ancora: «Cantate inni con arte» (Sal 46,8); e: «A te voglio cantare davanti agli angeli» (Sal 137,1). Consideriamo dunque quale deve essere il nostro atteggiamento alla presenza di Dio e dei suoi angeli e salmodiamo in modo tale che il nostro spirito concordi con la nostra voce.

Cap.19,1-7.