Liturgia della Settimana

preparata dai giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)  
31 Luglio - 06 Agosto 2011
Tempo Ordinario XVIII, Colore verde
Lezionario: Ciclo A | Anno I, Salterio: sett. 2

Commento alle Letture

Domenica 31 luglio 2011

Date loro voi stessi da mangiare.

Fame e sete esprimono nel linguaggio biblico non solo il bisogno fisico di assumere cibo o bevanda, ma ancor più i desideri più profondi dell'anima e tutto ciò che concorre a saziare lo spirito. Sappiamo perciò che è più facile soddisfare i bisogni del nostro corpo che quelli dell'anima. E ciò anche perché essendo noi fatti ad immagine e somiglianza di Dio, aneliamo verso l'infinito e siamo in certo qual senso insaziabili. Un salmista esprime in modo efficace il significato spirituale della sete facendolo diventare intensa preghiera: «O Dio, tu sei il mio Dio, all'aurora ti cerco, di te ha sete l'anima mia, a te anela la mia carne, come terra deserta, arida, senz'acqua». Lo stesso Gesù, agonizzante sulla croce, dirà "ho sete". Alla samaritana al pozzo di Giacobbe dirà che l'acqua che egli è in grado di donare con la sua parola estinguerà per sempre la sua sete e la trasformerà in una fontana zampillante. Parlando poi della fame arriverà a parlare di un pane vivo disceso dal cielo capace di sfamare definitivamente e di garantire la vita eterna. Oggi egli lancia un invito all'uomo: «O voi tutti assetati venite all'acqua». La piena sazietà, ci dice San Paolo, ci viene garantita dall'amore di Cristo, da una pienezza che solo da Dio può venire. È significativo poi che Gesù dica ai suoi apostoli e discepoli, testimoni oculari della fame di una grande folla, "date loro voi stessi da mangiare". Non solo provocatoriamente li sprona a provvedere il pane, ma, anticipando il mandato dell'ultima cena, li invita a diventare essi stessi pane da mangiare, l'aveva capita pienamente questa sfida Sant'Ignazio di Antiochia. Egli scriverà ai primi cristiani di Roma di lasciare che le belve nel circo lo divorino perché, triturato come grano dai loro denti, diventi farina e pane di Cristo. È ancora attuale per i sacerdoti di oggi il grande compito di farsi tutto a tutti fino a lasciarsi divorare dai fratelli per consumare quotidianamente l'eterno sacrificio che salva e che redime.


Apoftegmi - Detti dei Padri

Dio è raro: deve essere cercato a lungo affinché raramente ci sia data la grazia di incontrarlo.


Dalla Regola del nostro Santo Padre Benedetto

QUALI SONO GLI STRUMENTI DELLE BUONE OPERE

Custodire pura la propria lingua da ogni discorso cattivo e sconveniente. Non amare di parlare molto. Non proferire parole leggere o che provocano il riso. Non amare il riso troppo frequente e smodato. Ascoltare volentieri le sante lettura. Dedicarsi con frequenza all'orazione. Confessare ogni giorno a Dio nella preghiera le proprie colpe passate con lacrime e gemiti. Delle stesse colpe fare penitenza ed emendarsi per l'avvenire.

Cap.4,51-58.